LA NOSTRA STORIA

La Sezione Torrone d'Orza negli anni...


Premessa

L'Unione ticinese operai escursionisti (Utoe), in origine Unione operai escursionisti ticinesi (Uoet), è nata dalle ceneri della sezione subalpina degli Amici della natura, a Bellinzona il 12 aprile 1919, subito dopo la Grande guerra, su iniziativa degli operai della Gotthardbahn, come occasione di svago per le famiglie (Cfr. www.utoe.ch).

Alla conquista del Torrone d'Orza

La Sezione Torrone d’Orza, dall’omonima cima che sovrasta la conca di Cava, venne fondata nel 1932. Una sera 17 persone, in gran parte giovani, si riunirono in quello che ancora oggi è il ristorante Alpino del borgo e posero le fondamenta della Sezione biaschese dell’Utoe. La carica di presidente fu ricoperta da Alberto Robischon. Questa prima riunione condusse alla seduta costitutiva del 10 febbraio 1933, questa volta alla presenza dei dirigenti cantonali. Gli statuti furono approvati in seguito dall’assemblea l’8 marzo 1933. Gli intenti generali della Sezione Torrone d'Orza erano quelli stabiliti dall'Utoe. Vi era però un obiettivo, ben determinato, che, allora come oggi, distingueva e motivava gli utoeini biaschesi: la capanna di Cava.

Fino al 1934 all'intensa attività escursionistica non seguì la progettazione del rifugio. Erano anni di crisi e i mezzi erano scarsi. Si arrivò così al 1934, anno in cui la presidenza passò a Ernesto Pellanda che la detenne sino alla sua morte nel 1949. Un accordo con la Sezione di Bellinzona mise fine alla disillusione che si stava diffondendo di una capanna che “non s’avea da fare”. Così quella domenica 29 settembre del 1935, alla presenza di un buon numero di ticinesi e di connazionali amanti della montagna, la capanna di Cava venne inaugurata.

Il 20° della Sezione fu festeggiato nel 1952. L’anno seguente i dormitori della capanna vennero dotati di reti metalliche e materassi di lana. Nel 1955 uscì una retrospettiva della Sezione intitolata 'Ricordando il XX della capanna'.

Nel frattempo le strade transitabili fecero la loro comparsa anche nella parte alta della Val Pontirone, agevolando l’afflusso di amanti della montagna ed escursionisti alla capanna di Cava. Trend questo supportato dall'impegno del comitato e dalla passione dei soci. Si rese quindi necessario un ampliamento del rifugio. Dapprima si pensò a una nuova ala in pietra, ma poi, mancando un’impresa di costruzioni disposta ad aprire un cantiere simile sopra i 2000 metri con costi ragionevoli, si optò per una costruzione in legno a due piani (con l’attuale soggiorno e il soprastante dormitorio) che nel 1964 venne annessa alla parte vecchia. Nel 1962 venne festeggiato il 30° della Sezione, mentre nel 1965 uscì la retrospettiva 'Capanna Cava – 30° e inaugurazione ampliamento'.

Nel 1973 prese forma un nuovo obiettivo della Sezione biaschese con la creazione del rifugio di Pian d’Alpe, come riferito da Spartaco Rossi nel libretto '40° Utoe Sezione Torrone d’Orza”. Dapprima si pensò di rendere abitabile il vecchio cascinale esistente. Il 28 settembre del 1975, un giorno prima dei 40 anni della capanna di Cava, si inaugurò la nuova capanna di Pian d’Alpe. Nel frattempo la Sezione continuò a promuovere le sue attività escursionistiche. Nel 1983 si festeggiò il 50°, occasione per l’uscita del fascicolo 'L’orgoglio della continuità', molto interessante per la completa e dettagliata raccolta dei membri di comitato in carica dal 1933 al 1983 e per la quantità di fotografie e informazioni relative alla sezione.

La capanna Pian d’Alpe venne poi nuovamente ristrutturata e dotata di tutti i confort nel 1998. È visitabile e agibile durante tutto l’anno, tempo permettendo, così come lo è la capanna di Cava, un rifugio che ha conservato i suoi tratti distintivi, senza tuttavia tralasciare l'accoglienza degli alpinisti. Nel 2011 si decise comunque di rimettere mano al rifugio della Val Pontirone per una serie di migliorie, alcune urgenti, da realizzare a tappe negli anni (v. Lifting della capanna Cava).

Fin qui l'orgoglio dell'Utoe di Biasca Torrone d’Orza. A voi, escursionisti e appassionati della natura, il piacere di approfittare di queste due perle delle nostre montagne. Ai 'vecchi’ biaschesi invece i ringraziamenti per averci lasciato in eredità questo patrimonio.